Un articolo di otto pagine sull’Armenia è stato pubblicato sulla rivista Archeologia Viva , n. 152-2012 Marzo-Aprile, in occasione della mostra “Armenia: impronte di una civiltà” in corso a Venezia, Museo Correr fino al 10 aprile 2012, a cura di Archeologia Viva, in collaborazione con Ambasciata d’Armenia a Roma.
Nel corso dei secoli la terra dominata dall’Ararat si è potuta avvantaggiare della sua posizione di terra di mezzo che ne ha fortemente condizionato lo sviluppo della cultura e dell’arte ma un ruolo fondamentale nella formazione dell’identità armena lo hanno giocato i caratteri della scrittura inventati per tradurre la Bibbia.
L’altopiano armeno occupa una vasta regione delimitata a est dalla Cappadocia, a nord e nordovest dalla catena del Piccolo Caucaso e a sud dalla catena del Tauro. Territorio vulcanico e ricco di pietra, la regione è caratterizzata da forti dislivelli tra zone pianeggianti e cime elevate, e da vasti bacini d’acqua, come i laghi di Van, Sevan e Urmia.
La pianura più ampia, compresa tra due vulcani spenti, l’Ararat e l’Aragatz, è la valle dell’Ararat, della quale già il greco Strabone decantava la fertilità. Fin dalle origini baricentro politico e religioso del popolo armeno e sede dei principali centri amministrativi dei suoi regni, la vallata ospita oggi la capitale della Repubblica d’Armenia, Yerevan, e la Santa Sede della Chiesa Apostolica Armena, presso Echmiadzin.
Al centro dell’altopiano si erge il monte Ararat, secondo la tradizione luogo di approdo dell’Arca di Noè. La cima maggiore del massiccio, dalla caratteristica forma di cono, è stata fonte di costante ispirazione per la millenaria architettura armena.
La morfologia dell’altopiano armeno ha contribuito allo sviluppo dell’arte del taglio della pietra e della scultura. Dai monoliti risalenti al II e I millennio a.C. e decorati con figure zoomorfe si giunse, in epoca cristiana, a stele con funzione commemorativa o funeraria sulle quali s’incontrano motivi comuni alle culture cristiane dell’epoca ed elementi tipicamente armeni. A partire dal IX secolo, i khachkar, cippi di pietra al cui centro è scolpita una croce decorata, assursero rapidamente a simbolo della tradizione religiosa del popolo armeno e tuttora sono sparsi per tutto il territorio. Insieme alla croce, che suggerisce la forma alle planimetrie di molte chiese, il modulo principale dell’architettura cristiana armena è la cupola, sovrastata da una copertura conica. Linee architettoniche e motivi propri della scultura ricorrono anche nell’arte della tessitura dei tappeti, di tradizione molto antica, dove compaiono elementi geometrici dalla forte carica simbolica. […] Articolo su 8 pagine