L’Armenia è una piccola repubblica situata nel Caucaso meridionale o Transcaucasia, un territorio montuoso che si estende tra mar Nero e mar Caspio, a cavallo tra Europa e Asia. L’Armenia confina con la Turchia a ovest, con la Georgia a nord, con l’Azerbaigian a est e con l’Iran a sud. Non possiede sbocchi al mare ed ha una superficie di 29.740 kmq (poco più grande della Sicilia), abitata da una popolazione di ca. 3.240.ooo abitanti, 1.200.000 dei quali vive nella capitale Yerevan.
Gli armeni, uno dei gruppi etnici più antichi del Caucaso con 3.000 anni di storia, chiamano il loro Paese “Hayastan” e se stessi “Hai”, dal nome dell’eroe e leggendario fondatore della patria, Hayk. Testimonianze storiche ed archeologiche evidenziano lo sviluppo della civiltà in questa regione con la formazione, da parte di tribù indoeuropee, del Regno di Urartu, citato anche nella Bibbia, attorno al 980 a.C.
Popolazione originaria della terra dell’Ararat, gli armeni hanno forgiato la loro identità nazionale con l’emergere di potenti regni armeni nell’antichità, l’adozione del cristianesimo all’inizio del quarto secolo e la creazione dell’originale alfabeto armeno nel quinto secolo, che favorì lo sviluppo di forme originali di letteratura, filosofia e scienza.
L’adozione del Cristianesimo come religione di stato nel 301 d.C. (ben prima che l’editto di Costantino, sottoscritto a Milano nel 313 d.C., togliesse al paganesimo la qualifica di religione ufficiale dell’Impero Romano), segnò profondamente lo sviluppo dell’identità nazionale armena, che ancora oggi è profondamente legata ai valori cristiani, saldamente difesi contro tutti i tentativi di assimilazione subiti nei secoli da parte dei potenti stati confinanti.
La ricchezza del patrimonio culturale, storico ed artistico dell’attuale Armenia, situata in un territorio naturale maestoso fatto di spettacolari montagne, valli, canyon e foreste attraggono ogni anno sempre maggiori visitatori da tutto il mondo e stanno trasformando il paese in una meta turistica di richiamo internazionale.
La stabilità politica riconquistata dopo il crollo dell’ex Unione Sovietica e la conseguente dichiarazione di indipendenza nel 1991, ha permesso lo sviluppo di un’economia in rapida crescita e di un’industria turistica in grande espansione.
Oltre alle khatchkar, migliaia di croci in pietra finemente decorata, tutte diverse l’una dall’altra, che contornano l’inestimabile patrimonio architettonico armeno fatto di chiese e monasteri che risalgono fino al IV secolo d.C., l’Armenia offre una varietà di paesaggi naturali incredibilmente vasta per un territorio così piccolo. Nel nord del paese, in un paesaggio tipicamente alpino, si trovano gli spettacolari monasteri di Haghpat e Sanahin, che fanno parte entrambi nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Poco lontano, si incontra il maestoso Lago Sevan, che, situato a 1.900 metri s.l.m., è tra i laghi d’alta quota più grandi del mondo, secondo solo al Lago Titicaca. La migliore veduta è quella dal Monastero Sevanank (IX secolo), posto in posizione panoramica su di un promontorio, circondato da acque cristalline e vette mozzafiato che si specchiano nel lago. In estate è la meta preferita dei cittadini dell’accaldata capitale, che cercano refrigerio e tintarella sulle sue belle rive, dove si gusta la famosa trota del lago.
Yerevan (o Erevan) è la dinamica capitale che conta oltre un milione di abitanti. Qui si trovano l’animazione, il divertimento (ristoranti, caffè, negozi e locali notturni), le attrazioni culturali ed artistiche (musei, gallerie, teatri, sale da concerto) tipiche di una moderna città cosmopolita. Da non perdere i mercati coperti e all’aperto, che vendono di tutto: dai prodotti tipici dell’artigianato e dell’enogastronomia locale ai pezzi di ricambio di vecchi elettrodomestici di epoca sovietica.
A pochi chilometri da Yerevan, si trova Echmiadzin, luogo sacro della cristianità armena, sede del Catolicos, il capo spirituale della Chiesa Apostolica Armena, ed una delle più antiche chiese esistenti del mondo cristiano (301 d.C.), riconosciuto patrimonio culturale mondiale dall’Unesco insieme al sito archeologico di Zvartnots.
Uscendo da Yerevan lungo la valle fertile che porta verso sud, si incontra sua maestà il monte Ararat, la montagna sacra a tutti gli armeni, che nonostante si trovi in territorio turco per dolorose vicessitudini storiche, offre il suo lato migliore a chi lo guarda dall’Armenia. La bellezza dei suoi 5.000 metri, che si stagliano vertiginosamente dalla piana coltivata a viti e frutteti, toglie il fiato e incanta lo sguardo, che è impossibile distogliere dai suoi ghiacciai perenni e dal blu intenso del cielo. Su di un colle solitario prostrato ai suoi piedi, sul luogo dove San Gregorio l’Illuminatore fu imprigionato per 13 anni per la sua opera di diffusione del Cristianesimo, sorge il panoramico monastero di Khor Virap. Inevitabilmente ritratto insieme al monte Ararat che lo sovrasta, è il simbolo stesso dell’identità nazionale degli armeni.
Proseguendo verso sud tra valli ideali per il trekking si trovano il tempio ellenistico di Garni ed il monastero di Geghard che, parzialmente ricavato dalla roccia che lo sovrasta, è un luogo particolarmenete suggestivo dall’atmosfera mistica. Verso sud il paesaggio si fa sempre più arido e le montagne si trasformano in rocce rosse erose dagli elementi e canyon solcati da torrenti cristallini. Proprio in questi luoghi aridi, ben nascosti in fondo a valli impervie, si trovano i gioielli più preziosi: i monasteri di Noravank e, quasi al confine con l’Iran, Tatev, tra i più spettacolari monasteri armeni.